Altezza - Vado della Rocca: 1565 m.  s.l.m.; Monte Serra Comune 1870 m. s. l. m.

Partenza: Prato di Campoli  (1134 m.  s.l.m.)

Dislivello andata e ritorno:  700 m.

Sentieri C.A.I. nr. 19 (V.Rocca) e 26 (S. Comune)

Tempi di percorrenza andata:

55 min, per Vado della Rocca;

1h e 50 min. per Serra Comune 

 

Riferimenti G.P.S.

(dati rilevati - toller. +/- 5 m.)


Prato di Campoli (piazzale)

N 41°  46'  28,0"

E 13°  29'  33,1"

1144 m. s.l.m.

 

Vado della Rocca (cippo):

 N 41°  47'  09,7"

E 13°  30'  51,2"

1580 m. s.l.m.

 

Monte Serra Comune:

N 41°  46'  30,6"

E 13°  31'  11,9"

1861 m. s.l.m.


Vista Satellitare con Panoramio Foto Satellitare

Percorso andata: Prato di Campoli, Vado della Rocca, M. Serra Comune.

Percorso ritorno: M. Serra Comune, Vado della Rocca, Prato di Campoli

 

Come arrivare a Prato di Campoli:

  • Da Frosinone: S.S nr.155 per Fiuggi, si attraversa  Frosinone e si prosegue verso Veroli. Quindi, dopo Veroli,  seguire le indicazioni per Prato di Campoli.                  (17 km. da Veroli).

  • Da Fiuggi:  S.S nr. 155 per Frosinone, superata Alatri proseguire  per Veroli. Dopo Veroli seguire le indicazioni per Prato di Campoli.  (17 Km. da Veroli).

 

        Bella passeggiata storico/naturalistica attraverso la più bella faggeta dei Monti Ernici

           

Raggiunto il bellissimo pianoro di Prato di Campoli (1134 m. s.l.m.), si prosegue lungo il prato in direzione  Nord per circa  un quarto d'ora seguendo gli evidentissimi solchi sul terreno  tracciati dagli animali da pascolo. Nel punto indicato nella foto, (passa con il mouse sulla foto a lato) rassicurati dalle numerose bandierine rosso-giallo-rosso del sentiero C.A.I. nr. 19, ci immergiamo  nello  splendido  bosco di faggi

Prato di Campoli

percorrendo  l'ancora  ben  evidente   antica   strada   che  collegava   lo    Stato     Pontificio    con     il

Il sentiero che si immerge nella splendida faggeta...

Regno   delle   due    Sicilie - Prato  di  Campoli con Roccavivi.Bella, veramente bella la faggeta. L'incedere rumoroso nel bosco stona con tanta pace, con quell'assordante ed irreale silenzio che in ben poche zone si fa così concreto, pretendendo e meritando quel rispetto che troppo spesso gli viene negato. Provate ogni tanto a fermarvi per ascoltarlo.

Dopo circa 20 minuti di cammino, superata una piccola radura, un enorme "dado"  di pietra  piantato

nel terreno ed un singolare boschetto di  tassi,   inizia un'impegnativa  salita via  via  più   faticosa  che  in

circa  20  minuti  conduce  al  cippo   di confine  di Vado della Rocca (1565 m). Installata nell'anno 1847, è la "colonnetta" nr. 192.  Con altre 685 stabiliva l'antico confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle due Sicilie. Da notare come tali cippi ricalchino ancora oggi il confine tra le varie regioni interessate, come quella in esame che insieme con le altre segna esattamente il confine   tra   le  regioni Lazio  ed  Abruzzo.

Il cippo di confine presso Vado della Rocca
L'intaglio nella  pietra,  il  Vado della Rocca   vero  e   proprio,   punto    obbligato   di    passaggio  per
Vado della Rocca

secoli e secoli,  si  trova  invece  a  circa  50  metri   di   distanza proseguendo sullo spartiacque in direzione di Pizzo Deta (Nord/Ovest - foto a lato). Non si può fare a meno di pensare ad un passato nemmeno poi così remoto, alla relativamente breve distanza geografica che separava e separa due popolazioni invece tanto diverse e lontane, a quando il transito per il Vado era la normalità, a quando migliaia di persone  lo

attraversavano quotidianamente.... Riflettendo riflettendo, terminiamo la meritata sosta e ci rimettiamo incammino. Cercando di scorgere tra il fitto del bosco le vette di Prato di   Campoli   e   le   varie località   della Val Roveto, proseguiamo sullo  spartiacque  in  direzione  opposta  di  Vado della Rocca  (Sud/Est)  per il sentiero C.A.I. nr. 26. A dire il vero, alla data della stesura della presente relazione (01/2007)  il sentiero, all'inizio abbastanza  visibile, diventa man mano  quasi   indistinguibile oltremodo   non supportato   dalla  segnaletica C.A.I.  piuttosto  carente.  Anzi,  percorsi 10 minuti dal Vado,  il  sentiero addirittura tende a portarci fuori strada abbandonando il giusto percorso - lo spartiacque - per piegare   sul   versante     abruzzese.  ATTENZIONE.    Facile   distrarsi  e   sbagliare     nel    seguirlo.

Anche se da questo punto la segnaletica C.A.I. scompare, sostituita da rarissime bandierine rosso/blu (all'inizio) e da nastrini di plastica legati ai rami degli alberi lungo il percorso, l'importante è RIMANERE SULLO SPARTIACQUE "cresta-cresta".  Meno di 20 min. di salita e raggiungiamo lo spettacolare punto panoramico della foto a lato. (Quota 1740 m., coord. G.P.S. N 41° 46' 47,6"; E 13° 

Primo punto panoramico

31'  17,2").  Sarà  perché  finora  siamo  sempre rimasti nel bosco ma da questo  punto  il  panorama  è    davvero      stupendo.       Splendido     il     colpo    d'occhio     sul      pianoro     di        Prato    di

Resti di capanne

Campoli e sulle vette sovrastanti. L'inusuale parete Sud-Sud/Est di Pizzo Deta, la Val Roveto, il Velino, il  Gran  Sasso,   Monte   Petroso,   Monte   Meta....

Affascinati da tale panorama  a malincuore riprendiamo il cammino. Rimanendo sulla cresta e superato il cippo di confine divelto nr. 191, scesi dal punto panoramico e percorsi qualche centinaio di metri, in   poco  più  di  5  min.  arriviamo  ai   resti  di      capanne     indicati      nella     foto     a      lato.

Rimanendo a  sinistra  (salendo)  del "canale" che termina nel piccolo invaso per la raccolta delle acque,

affrontiamo l'ultima salita. In breve usciamo dal bosco intravedendo la meta della nostra escursione. Animati dalla fretta di vedere il panorama, in poco più di un quarto d'ora siamo sulla panoramicissima anticima di Serra Comune. Spettacolare il colpo d'occhio. Alle stesse località precedentemente osservate si aggiungono quelle del versante meridionale dei Monti Ernici. A ben guardare nel terreno,  inoltre,  è ancora visibile  la  base  di  quello

Cresta terminale prima della cima di m.te Serra Comune
che era il  cippo di confine nr. 189.  Gli  ultimi 5 minuti di piacevole  cresta ed eccoci finalmente al cippo
La vetta di Monte Serra Comune nr. 188,  la  vetta  di Monte  Serra Comune.

(passa con il mouse sulla foto per cambiare immagine). Sorprendente il panorama a 360°. Ai precedenti punti di osservazione che oltre a quanto già indicato privilegiavano l'areale di Prato di Campoli, si aggiunge il belvedere più sud/orientale e meridionale dei Monti Ernici. Le vette principali del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, il sorano, la Valle del Fiume Liri,  il cassinate,

la Valle del Fiume Sacco... si resta per ore incantati ad ammirare quel panorama così desueto quanto affascinante...

 

Davvero a malincuore è ora di ripartire. Certi di non averne mai abbastanza ci ripromettiamo di ritornare al più presto. Troppo bello il panorama su un versante mai così ben osservabile dalle altre vette dei Monti Ernici... Ripercorriamo lo stesso percorso dell'andata impiegando poco più di 30 min. per arrivare al cippo di Vado della  Rocca  ed  altri 45 min. ca.  per tornare al piazzale di Prato di  Campoli.

 

 

...A proposito dei cippi di confine...

I  cippi    vennero  definitivamente   collocati  lungo  la  linea  di  confine  tra  lo  Stato  della  Chiesa  ed il   Regno   delle   due    Sicilie    soltanto    grazie    ad    un  trattato   stipulato   a   Roma   il    26

Cippo di confine. Lato Stato della Chiesa

settembre 1840 e ratificato il 5 aprile 1852. Trattato che prevedeva l'installazione di 686 cippi tra il Mar Tirreno (il nr. 1) ed il Mar Adriatico (il nr. 686). Ogni cippo, cilindrico,  in pietra e delle dimensioni di circa un metro (altezza) per 40 cm.(diametro), porta scolpiti sui rispettivi lati le chiavi di San Pietro e l'anno in cui è stato collocato;  l'effige del giglio borbonico ed il numero progressivo. (Nelle foto il cippo   in  località  Fontana  Fusa)  Il  solco  in    cima

Cippo di confine. Lato Regno delle due Sicilie

rappresentava  la  linea  di  confine  e  la  direzione  per   trovare  il  precedente e il successivo.  Sotto  il

basamento  quadrangolare,   veniva  applicato  un sigillo in ghisa ad attestazione dell'ufficialità del confine. L'insano desiderio di impossessarsi proprio di tale "prezioso"  cimelio e gli   isolati  casi  in   cui   le  "colonnette"  vennero abbattute appositamente come atto dispregiativo con l'avvento dell'unità d'Italia, rappresentano il motivo  per cui TUTTI i cippi di confine risultano divelti!!! (nella foto il cippo presso il primo punto panoramico indicato in narrativa). Il confine, nato per la regolamentazione della raccolta dei prodotti del bosco, dell'esercizio del pascolo e per lo sfruttamento del territorio rappresentava, a mio parere, non solo un confine fisico ma soprattutto un confine di mentalità, di usi e di costumi, radicalmente diversi allora e per alcuni aspetti ancora oggi.... La barbara usanza mercenaria, infine, di "abbattere" i cippi per appropriarsi   del  sigillo   in   ghisa   non   ha   fatto  altro   che

Il cippo di confine divelto  nr. 191

contribuire alla perdita di  un'altra  testimonianza  storica  insita delle nostre montagne, montagne, che se mai ci fosse bisogno di ribadirlo, meritano certamente molta più attenzione di quella riservata loro attualmente...

 

...vedi anche Monte Passeggio e Pizzo Deta

 

 

Ricapitolando: -Prato di Campoli (1143m.) - Vado della Rocca  (1565 m.): 55' ca.;

-Vado della Rocca - Monte Serra Comune (1870 m..) : 55' ca.;

-Monte Serra Comune - Vado della Rocca : 30' ca.;

-Vado della Rocca - Prato di Campoli : 45' ca.

Foto   album

 

 

 

 

Riferimenti cartografici:

  • Foglio 152 III N.O. (Balsorano) della Carta d'Italia  I.G.M.I.

  • GRUPPO dei MONTI ERNICI  Carta dei sentieri - Club Alpino Italiano sez. di Frosinone

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