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LE COLLANE DI ALATRI. nuove importanti scoperte

 
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gian56
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MessaggioInviato: Lun Ago 05, 2013 2:09 pm    Oggetto: LE COLLANE DI ALATRI. nuove importanti scoperte Condividi su Facebook Rispondi citando

E’ da qualche mese che si sente parlare di “antiche” collane trovate nel territorio di Alatri e delle quali si erano perse le tracce.
Ripercorriamo per sommi capi la storia recente di questi “nuovi avvistamenti”.

Era il 1° gennaio del 2013 e presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma, era stata organizzata una visita guidata a cui hanno partecipato un membro della sezione di Alatri dell’Archeoclub d’Italia e sua consorte.
La notizia di questo avvenimento era stata riportata in un articolo di giornale, a tiratura nazionale, nel quale si precisava che, in quella stessa occasione, si sarebbe potuto visitare anche il “Tempietto etrusco – italico” ritrovato ad Alatri. Come noi alatrensi sappiamo bene, il tempietto, i cui resti sono stati rinventi intorno al 1880 nella zona de “La Stazza”, è stato ricostruito in scala 1:1 nei giardini dello stesso Museo.
In quegli stessi giorni era visitabile anche la mostra sull’ambra (resina fossile, prodotta dagli alberi, normalmente quelli più resinosi) dal titolo : “Ambra. Dalle rive del Baltico all’Etruria”; per cui i nostri compaesani hanno potuto osservare quali splendidi gioielli, anche in tempi antichi, sono stati realizzati utilizzando questo materiale.

Osservando le varie collane esposte, i nostri visitatori, con grande sorpresa, sotto una di esse, hanno potuto leggere :
III.10. Collana
Detta “proveniente da Alatri” .
Ambra e oro. Lungh. 16,8. Integra. Corrosione di alcu-
ni elementi in ambra. Roma, Museo Nazionale
Etrusco di Villa Giulia.

Nella descrizione presente sul catalogo veniva precisato : “La collana è composta da un filo liscio, in oro, ritorto ad ellissi in cui sono infilati quattro grandi vaghi cilindrici, sei pendenti figurati a forma di scimmietta accovacciata e un’anforetta posizionata al centro, tutto in ambra. Ricomposizione del Castellani con materiali archeologici. Le scimmiette accovacciate, a profilo ricurvo, (…) sono diffuse in ambiente etrusco e nel Latium vetus in tombe dell’Orientalizzante antico della fine dell’VIII – inizi del VII sec. a. C. (cfr. collana di Vetulonia, Circolo dei Monili: Von Hase 1984, pp. 272, 274, fig. 15:2).
Seconda metà del VII secolo a. C.”

Tornati a casa, la notizia si sparge tra gli appassionati e il signor Giancarlo Rossi, da buon Presidente della sezione dell’ArcheoClub di Alatri, si attiva e, dopo numerose ed articolate ricerche digitali, trova sulla rete una pubblicazione particolare :

“G. Pinza, 1905. Monumenti primitivi di Roma e del Lazio antico.”

A pag. 552 e 553 di questa poderosa ed interessantissima opera, l’autore descrive un oggetto ritrovato ad Alatri, anche esso facente parte di una collezione dei Castellani, in parte donata al museo Capitolino :
“La fig. 161 tratta da una fotografia favoritami dal comm. Castellani riproduce, acconciati modernamente per esporli, vari vezzi componenti una collana ritrovati in un sepolcro ad Alatri.
I dischetti sono della cosiddetta mezza porcellana <egizia> color celeste; i due tubetti colle estremità assottigliate sono eseguiti ciascuno con un pezzo di filo d’oro ritorto e girato quindi a spira; infine i pendaglietti lanceolati ed a bulla muniti di passante, sono eseguiti tutti in oro.” Constano, come mi avverte il comm. Castellani, di una sottile laminetta d’oro intagliata a disco o a foglia, munita di una breve appendice o linguetta a nastro, che ripiegata su se stessa costitui’ il passante. Codeste laminette furono poi decorate a sbalzo col sussidio di diversi punzoni; con uno a punta ottusa girata a mano sulla laminetta disposta su di una tavoletta di legno dolce, o su un piano di analoga consistenza, si ottennero le linee continue rileate sul diritto, incavate nel rovescio; con altri si impressero i puntini ed i bottoncini; infine un ultimo punzone servi’ ad imprimere le borchie nei dischi.”
Dopo una dettagliata descrizione delle modalità di lavorazione, l’autore propone : “L’età di questo gioiello è incerta; una collana del tutto simile è rilevata in una terracotta di Gela del V sec. a. C. che ho potuto esaminare nella collezione del cav. Russo.”

Ormai, quindi, è ufficiale : le collane antiche trovate ad Alatri sono addirittura due!
Non solo; di esse si hanno a disposizione anche delle fotografie : per la prima, la foto è a colori.

Giusto qualche giorno fa, in occasione della presentazione del libro del Prof. Gianni Boezi : “IN CAPUT ANGULI”, edito dall’Associazione culturale “Le Mura” e dedicato agli studi archeoastronomici di Don Giuseppe Capone, l’Autore, a pag. 145, riporta quanto scritto da Padre Anton Cesare De Cara ne “La Civiltà Cattolica”, fasc. 1274, del 18 luglio del 1903, : “Certo è che una collana di tipo arcaico orientale che altri riconobbe per miceneo o ad esso affine, si conserva nel museo del Campidoglio e la sua provenienza è da Alatri, città pelasgica.”
Anche se di quest’ultima collana non si hanno rappresentazioni di nessun tipo, non è escluso che essa corrisponda ad una delle due, prima riportate.

Quindi, riassumendo, almeno due sono le collane sicuramente “provenienti da Alatri” di cui abbiamo ritrovato le tracce: una è conservata al Museo di Villa Giulia; l’altra, forse, ai Musei Capitolini.
La prima fa sicuramente parte della Collezione Castellani, ma attualmente non è esposta.

Sarebbe importante capire dove sono effettivamente conservate le varie (due ?) collane “ritrovate” e, di conseguenza, tentare di far giungere al Museo di Alatri, in prestito temporaneo, i suddetti gioielli e, perché no, anche altro materiale; si potrebbe così organizzare ad Alatri una interessante mostra!

n.b. durante il nostro lavoro di indagine, si e’ appreso, tramite i media nazionali, di un furto, avvenuto all’interno del museo di Villa Giulia, riguardante oggetti orafi custodini all’interno di esso. Ancvhe se poi non si e’ saputo piu’ nulla della vicenda, speriamo che nella refurtiva, non sia capitata una della……nostra collana.



Archeoclub d’Italia
Sezione di Alatri
Rocco Torre – Giancarlo Rossi



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MessaggioInviato: Lun Ago 05, 2013 4:50 pm    Oggetto: collana minoica Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Giancarlo ed amici dell’Archeoclub!
Sono felice per il ritrovamento (sia pure d’archivio) non di una, ma di ben due collane e vi faccio i miei complimenti! Ora dovremmo darci da fare per trovarle fisicamente e riportarle ad Alatri.
Esprimo però le mie perplessità sul fatto che le collane possano costituire una seria evidenza del collegamento della cittadina ernica con la civiltà egea. Lo stesso De Cara non si pronuncia, riferisce a proposito della collana che “altri riconobbe per miceneo o ad esso affine”.
D’altro canto sia Pinza che il catalogatore del Museo di Villa Giulia fanno risalire i monili al massimo alla seconda metà del VII secolo a.C. un po’ tardi rispetto all’ età micenea!
Rimane tuttavia il fatto di aver riportato alla luce un altro tassello alla complessa storia di Alatri.
Nelle mie ricerche di archivio mi sono imbattute in altri rinvenimenti compiuti nell’ Ottocento e dimenticati. Se vi va di mettere insieme le forze, possiamo continuare nell’opera
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MessaggioInviato: Lun Ago 05, 2013 5:02 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Stavo rispondendo contemporaneamente a Maria (mariscer).. Wink
Ed era proprio a lei che volevo riferirmi quale anticipatrice dell'esistenza delle due collane in quest altro argomento (collana minoica)!

Grazie Giancarlo per la condivisione di una notizia tanto importante per la città di Alatri! Very Happy Very Happy Very Happy
Certo che, ritrovarle e riportarle ad Alatri..... Sai che fatto eccezionale! Shocked Shocked Shocked

Ecco, come suggerito da Maria, sarebbe davvero il caso di unire le forze per continuare l'opera.... Wink chissà che non escano nuove sorprese.... Very Happy

Ancora grazie e complimenti...

Saluti,
Francesco

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gian56
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MessaggioInviato: Lun Ago 05, 2013 5:37 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

io sono sempre piu' convinto che l'unione fa la forza. Maria ti ho tante volte invitato a partecipare alle nostre riunioni proprio perche' credo che tu sia una forza da non trascurare. ecco perche' credo ancora nella nostra sezione che potrebbe essere un momento importante per confrontarci e per decidere il da fare. questo e' uscito casulamente e francamente sta dando dei frutti non indifferenti. e' anche vero che dalla pubblicazione su ciociaria non si sono avuti gli effetti desiderati e solo dopo il passaggio del messaggio su fb che molte persone si sono interessate. Ora anche Antonucci l'ha messo sul suo sito e Ornello ne ha voluto una copia per farlo visionare sul suo ""circuito"".
Ora dovremo unire le nostre forze per un altro problema ma di cui dovremo parlarne a voce direttamente. Mi faro' sentire non appena tutto sara' pronto. Nell'attesa via auguro un ""buon cvaldo"" a presto Gian

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MessaggioInviato: Sab Nov 30, 2013 2:53 pm    Oggetto: L'origine delle collane di Alatri Condividi su Facebook Rispondi citando

Relativamente alle due collane di cui Giancarlo ha pubblicato le immagini c'è qualche notizia in più.
Apparentemente diversissimi per materiali e tecniche di lavorazione, i due monili hanno in realtà una medesima derivazione. Ma iniziamo per ordine.
La prima collana è realizzata in oro e faience (ceramica azzurra) e secondo gli studiosi di primo Novecento, che ne curarono la pubblicazione in un Bollettino sui Monumenti Antichi dell’Accademia dei Lincei, essa risalirebbe al V secolo a.C. La datazione venne ipotizzata dall’archeologo Giuseppe Pinza nel 1905 sulla base di una foto mostratagli dall’orafo e collezionista romano Augusto Castellani. Pinza notò delle affinità stilistiche con un’ altra collana di più sicura datazione, rilevata su una terracotta di Gela.
Nel 1976 gli esperti dell’Accademia dei Lincei, R. Cesareo e F. W. Hase analizzarono nuovamente il monile con una tecnica di indagine denominata XRF ovvero fluorescenza X eccitata da radioisotopi. L’ analisi venne condotta su una serie di oreficerie etrusche rinvenute nell’area laziale (Palestrina e Cerveteri), insieme a quattro imitazioni eseguite da Castellani alla fine dell’Ottocento. Gli esperti presero in considerazione la presenza di elementi estranei nell’ oro con cui erano state realizzate. Vi trovarono piccole percentuali di impurità per cui dedussero che si trattava di oro naturale, greggio e non purificato (la metodica della purificazione dell’ oro venne messa a punto solo dopo il VII secolo). Ciò consentì una datazione archeologica collocabile alla fine dell’ VIII secolo a.C. ovvero prima che l’oro “allegato” con argento e rame prendesse piede nel bacino del Mediterraneo.
Oltre che dall’oro, la collana è caratterizzata da perline di faience. Si tratta di grani in una ceramica smaltata di blu, antichissima (ve ne sono tracce già a partire dal IV millennio) ma la cui lavorazione si protrasse in epoche più recenti (1500 a.C.). Sebbene l’Egitto producesse la faience in quantità rilevanti, essa non ebbe una grande diffusione in Italia mentre era particolarmente apprezzata in Medio Oriente e a Creta. Dunque l’elemento colorato della collana rimanda ad un’origine “esotica”, forse alla mano di un maestro proveniente dall’ Oriente mediterraneo o forse più semplicemente essa fu il risultato di uno scambio con le popolazioni di quelle zone.
A questo punto sarebbe interessante indagare la provenienza della collana. Sostenne Pinza (perché così riferitogli da Castellani) che essa venne rinvenuta in un sepolcro ad Alatri ma non ne specificò l’esatta localizzazione. All’epoca gli scavi erano concentrati in alcuni luoghi: l’ acropoli, il sepolcreto in località Magione ed il tempietto, anch’ esso posto in prossimità di una necropoli. Se ritenessimo che il gioiello potesse far parte del corredo funebre di qualche domina, allora avvalleremmo l’ipotesi di intensi rapporti commerciali che la locale popolazione degli Ernici intratteneva con gli Etruschi dai quali acquistavano i prodotti più lussuosi e raffinati. Ed agli Etruschi rimanda anche la seconda collana di Alatri.
Il gioiello per il tipo di elementi caratterizzanti ( 6 pendenti in ambra a forma di scimmietta seduta ed un’anforetta centrale) è databile in un periodo compreso tra la fine dell’ VIII e gli inizi del VII secolo a. C. dunque è grosso modo coevo al precedente. Sia il materiale in cui è realizzato ( la preziosa ambra proveniente dalle sponde africane del Mediterraneo) che gli stilemi (gli animali esotici) erano frutto di scambi e commerci ed erano abbastanza comuni nei corredi femminili più ricchi dell’Etruria meridionale. Da qui si diffusero in tutto l’ambito laziale e soprattutto nella vicina Palestrina si sono avuti rinvenimenti analoghi a quelli di Alatri.
Dunque questo materiale archeologico sembra poter essere messo in relazione ad una provenienza culturale comune. Le due collane giunsero ad Alatri a seguito degli Etruschi. D’altro canto sono noti i lunghi vantaggiosi rapporti commerciali intercorsi tra Ernici ed Etruschi, l’ influenza stilistica sul tempietto, il comune culto per la dea Bellona e per la Fortuna Pantea. Questi sono solo alcuni degli elementi che meriterebbero un approfondimento per delineare un profilo degli antichi fondatori della città, che al di là della suggestiva ipotesi della provenienza dall’Asia Minore, possa includere le popolazioni italiche pre-romane.
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MessaggioInviato: Sab Nov 30, 2013 6:47 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Grazie, Maria, per aver condiviso queste interessantissime e preziosissime informazioni sulle "Collane di Alatri" Shocked Very Happy Very Happy

Saluti,
Francesco

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MessaggioInviato: Mer Mar 08, 2023 1:36 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

L'unica cosa che posso dire è che è affascinante! Mi piace questa scoperta e questo ciondolo gioiello è sublime e deve raccontare tante storie!
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Amilcare
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MessaggioInviato: Gio Mar 09, 2023 6:24 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ho fatto più volte presente che se l'archeologia italiana non fosse malata di "romanite" e se il seminario di Alatri sulle "mura ciclopiche" non fosse diventato sulle "mura megalitiche", forse avremmo saputo qualcosa in più sugli Etruschi e sui popoli italici coevi.
Forse avremmo saputo che l'alleanza Ernico- Etrusca non si trova al limite della leggenda ma che sarebbe storia vera.
A parte il fatto che io personalmente, grazie al socio Carlo Campetelli di Guarcino ne ho trovate tracce cospicue ed attendibili in località Pugnano, attraversata dall'antico tracciato della Tiburtina e ad Alatri in occasione dello sbanco per la costruzione dell'attuale centro commerciale, bisognerebbe ricordare che gli etruschi avevano un avamposto a Cuma, a diretto contato con la Magna Grecia e che per raggiungerlo dovevano attraversare tutto il centro Italia ed avere contatti con i relativi popoli italici, compresi gli Ernici.
Forse se qualcuno si fosse preso la briga di contattare, come era nella premessa per il seminario voluto, al tempo, dalla sezione di Alatri dell'Archeocub che aveva già iniziato i dovuti contatti, si sarebbe constatato che sulle direttive Fidene - base etrusca al di qua del Tevere- Capua si trovano città le cui mura perimetrali sono state costruite con la stessa tecnica poligonale. (A richiesta l'elenco)
Non solo: Il fatto che gli sprovveduti cultori locali seguitino a chiamare ciclopiche le loro mura, non susciterebbe il sarcasmo dei ferratissimi romanisti, ma sarebbe stato lo spunto per approfondire la conoscenza degli antichi miti che trattano dei Ciclopi e dei popoli del vicino oriente.
A questo proposito ho presente l'iscrizione in caratteri cuneiformi, proposta dal compianto Don Giuseppe che cita una non meglio identificata Alatru dalle possenti mura: forse potrebbe essere una semplice assonanza e se invece...?

Per tornare alle collane: Ho letto che l'archeologo P.Rosa per dimostrare che l'acropoli di Alatri poggia su un gradino di roccia tagliata, smantellò il Civitillo e nell'occasione, oltre ai vari reperti trovò la famosa collana micenea della quale l'allora podestà fece "grazioso omaggio" al ministro che l'affidò ai Musei Capitolini.
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Francesco
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MessaggioInviato: Ven Mar 10, 2023 7:41 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Miniciia, benvenuto sul forum! Very Happy

Condivido in toto il pensiero di papà !

Saluti
Francesco

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