Forum dei "Monti Ernici"

[Amilcare]

-"AL CUCUZZARO MIO CI MANCA, CI MANCA......."

-"CHE CI MANCA ?"



Chi ricorda questo gioco?

Per chi non lo conoscesse: Era, ai miei tempi, il gioco di società principe di ragazzi e ragazze che si radunavano e cerco di presentarlo in qualche maniera.

Era l'occasione per formare gli "Arolli" (Gruppi misti seduti per terra)

Di solito chi lo proponeva era il CUCUZZARO, tutti gli altri erano le CUCUZZE e si chiamavano per numero: una Cucuzza, due Cucuzze, tre Cucuzze e così via, secondo l'ordine di adesione al gioco.

Quando il Cucuzzaro era pieno (finite le adesioni), si incominciava.



IL CUCUZZARO: "Al cucuzzaro mio ci manca ci manca...

LA PRIMA CUCUZZA (Era la prima che aveva aderito e solo lei poteva rispondere): "Che ci manca?"

CUCUZZARO (E solo lui): "Cinque cucuzze".

CINQUE CUCUZZE (Solo lei): "E perchè cinque cucuzze?"

CUCUZZARO: "E quante se no?"

CINQUE CUCUZZE (Nell'ambito del numero delle Cucuzze che hanno aderito): "Sette Cucuzze,

SETTE CUCUZZE: "E perchè sette Cucuzze"

CINQUE CUCUZZE "E quante se no?......Eccetera, eccetera, fino a quando una Cucuzza sbagliava, pagava pegno e veniva eliminata.

Allora si ricominciava.

Questa parte del gioco terminava quando si raggiungeva il numero delle Cucuzze eliminato prefissato.



Semplice?

Metteteci che avete aderito perchè era gia una Cucuzza quella tipa o quel tipo; metteteci la confusione di un numeroso gruppo misto, la mimica di chi parla, i trucchi escogitati al momento e la povera Cucuzza che si era distratta e non aveva risposto subito, quella che aveva risposto e non doveva, quella che chiamava una Cucuzza eliminata ... pagava pegno e veniva eliminata.

E qui comincia il bello: La penitenza per la restituzione del pegno.



IL CUCUZZARO: Cinci, cincinegli, d' chi è 'st' campanegli?

LA CUCUZZA che aveva offerto il pegno: MIO.

Parlottio dei superstiti.

(Bisogna sapere che la povera Cucuzza aveva la possibnilità di non accettare fino a tre pegni, se non ne accetteva nessuno, doveva fare il testamento e dal parlottio usciva fuori la sentenza: erano poche le Cucuzze che accettavano la penitenza di Gerusalemme, ma spesso le altre penitenze non erano da meno.)

In questa fase, spesso, si scoprivano "gli altarini": non solo le simpatie e le antipatie, ma i "chi sei", "si però", "sparisci", ,va bene" e senza annoiarvi, tutte le implicazioni che che governano le relazioni all'interno di un gruppo misto.

Il TESTAMENTO era temuto o desiderato. Dipendeva....

In ginocchio, la Cucuzza aspettava.

IL CUCUZZARO, mimando dietro: "Quanti ne vuoi di questi?"

Erano baci, carezze e pugni o quant'altro, e la Cucuzza doveva scegliere, indicarne il numero e la Cucuzza che doveva darli e questo per le volte che si era stabilito, mai meno di tre e ti poteva capitare di ricevere due calci dalla Cucuzza dalla quale avreti voluto almeno un bacio, un bacio da una Cucuzza dello stesso tuo sesso, tre schiaffi da chi avresti preferito essere abbracciato...

Dalle espressioni delle altre Cucuzze, la Cucuzza cercava di capire e se era simpatica, nessun problema: si poteva regolare sul numero e scegliere la Cucuzza adatta.

In tutti gli altri casi....



Era un bel gioco e chi aderiva accettava le sue regole. Ma......



AL CUCUZZARO NOSTRO DI MANCA, CI MANCA.......

Erano modi di dire, proverbi, indovinelli, filastrocche e quantaltro avevamo scavato per mantenere vivo il nostro dialetto; erano personaggi e fatti annotati con cura perchè non si dimenticassero; erano foto uniche ed irrepetibili; eravamo noi, la nostra gente e la nostra terra.

Eravamo gli "HERNICA SAXA"

Sparito tutto come se non fosse mai stato!

Chi ha trasgredito le regole? Chi paga pegno?



Ricominciamo: AL CUCUZZARO NOSTRO CI MANCA, CI MANCA......Cerchiamolo! e magari, potrebbe essere meglio di prima.



Buon lavoro e saluti carissimi: Amilcare.

[Francesco]

Bello, davvero molto bello questo tuffo nel passato...

[Alex]

mi unisco ai complimenti per questo bell'intervento ed all'esortazione ad andare avanti.

Condivido il pensiero di Tommaso, nessun server potrà mai cancellare i ricordi!



Una cosa non mi è ben chiara Amilcare: fai riferimento ad una penitenza di Gerusalemme. Potresti spiegarla meglio?

[Amilcare]

Caro Alex, grazie per i complimenti e buon lavoro!

Per quanto riguarda Gerusalemme: "abbozza"!

Vorrei tenervi sulle spine per un pò.

Carissimi saluti, Amilcare

[Amilcare]

"Abbozza" mi da l'occasione di raccontare:



Si raccontava che un tale di Guarcino era venuto ad Alatri e alla fiera aveva comperato una mula.

Una bella mula che stuzzicò subito la curiosità dei guarcinesi:

Non era ancora arrivato che "Ke bella mula cumpà, do' la si cumprata?"

e rispondeva.

"Oè cumpà ke bella mula! quant' la si pagata?"

E risponedeva.

Ma ognuno che incontrava:

"Oè cumpa...." e il nostro compare si stufò e cominciò a rispondere:

"Abbozza ka vidrai"

E venne la notte.

E nella notte, un lungo martellare di campane.

"Ke sarà, ke non sarà" e i guarcinesi corsero allarmati all'Arrengo.

Ed ecco che una voce fa zittire il brusio:

"Foste tutti?"

I guarcinesi si guardano intorno.

Una voce "Ciamanca Sagrant'; jat'gli a chiamà" e un guarcinese va.

I guarcinesi aspettano e arriva Sagrante.

La voce: "Foste tutti?"

I guarcinesi si guardano ancora una volta intorno.

La voce "Ciamanca Canistrar jat'gli a chiamà."

E un guarcinese va.

I guarcinesi aspettano e arriva Canistrar....

E mancava questo, mancava quello e i guarcinesi andavano a chiamare e aspettavano e si aspettavano chisacchè di importante.

E finalmente, tutti i capifamiglia erano presenti all'Arrengo e si interrogavano...

E la voce zittì il brusio:

"So Callarella, so it' Alatri alla fiera d'la Madalena, m'sò cumprata la mula y la sò pagata qunici scudi. Set' cuntenti, mo?"



Non suonerò, di notte, campane a martello, ma, vi assicuro che un giorno, forse, vi dirò della penitenza di Gerusalemme.



Amilcare

[Amilcare]

Per Alex e spero per qualche altro.

La penitenza di Grusalemme era veramente ostica.

Si trattava di recitare la formula: "Vado a Gerusalemme, senza ridere e senza piangere"; e se si sbagliava, bisognava ricominciare.

Semplice! diresti.

Ma il fatto è che la formula andava recitata su un percorso pittosto impervio e rispettando una particolare mimica:

"Vado a Gerusalemme"= Inchino e mani giunte.

"Senza ridere= Genuflessione.

e senza piangere" = Toccare il ginocchio, sempre lo stesso. per terra esattamente alla fine della formula.

Mettici pure che ti starnazzavano intorno per farti ridere o sbagliare....

E' inutile aggiungere che per la malcapitata Cucuzza che non accettava la penitenza inflitta, il "testamento" non avrebbe previsto "Baci, carezze e pugni", ma solo pugni, calci e quant'altro.

In fin dei conti era un modo come un altro per dire: "Smamma".



Ciao, Amilcare

[Alex]

Ciao Amilcare, grazie. Altro che videogames moderni! Se ho capito bene con un pò di partecipanti ce ne era da divertirsi e di tempo per giocare!?