Forum dei "Monti Ernici"

[Amilcare]

Evviva San Sisto



12 Aprile 1944: festa del protettore di Alatri, San Sisto.



Non c’è fiera, né festa, ma una processione incessante di donne che vanno a Civita.

Hanno lacrime agli occhi e si mostrano fotografie di soldati.

Tutte vanno scalze, tante, già dal Leone, ancora di più dal sagrato, camminano sulle ginocchia.

Prostrate davanti all’altare, donne senza rassegnazione supplicano: “San Sisto mio fammi sapere almeno dove piangerlo”.

Sono sussurri ed urla e mostrano fotografie, ognuna la sua, perché San Sisto lo riconosca e possa proteggerlo.



Qualcuno ricorda che, un tempo, San Sisto e gli Alatresi sconfissero e cacciarono l’imperatore tedesco e che il fatto è raffigurato negli affreschi coperti da un panno nero.



Qualcun altro sussurra, addirittura, che, per quel fatto, i tedeschi hanno un piano per distruggere Alatri.



Mamma ci ricorda la nostra fortuna.

Tutti intorno, in ginocchio, preghiamo.



San Sisto, aiutaci tu!

E ci furono ancora processioni di donne che andavano scalze e camminavano sulle ginocchia, in occasione delle feste di San Sisto, nel 1945 e nel 1946; poi, finalmente, si tornò alla normalità delle celebrazioni.

Normalità significava pure il diritto del posto da “incollatore” che si trasmetteva, da secoli, da padre in figlio e poteva capitare che un mingherlino stesse affiancato ad uno troppo robusto e che un bassetto capitasse dietro a un mezzo gigante ed ogni volta si creavano discussioni.

Bisogna, infatti, sapere che la “macchina” di San Sisto era molto pesante ed il percorso, il giro interno delle mura per circa due chilometri, non era tra i più agevoli.

Si era arrivati al punto da mettere in forse l’uscita della processione e ci voleva ogni, volta, l’indiscussa autorità del canonico Don Carlo Ritarossi perché gli….incollatori “capissero” e trovassero il giusto accordo..

Ogni volta…..e allora bisognava trovare una soluzione.

E’ qui che entra in gioco mio padre

Culicelli Armando “il Governo” capomastro di indiscussa capacità, benvoluto dai suoi operai e amico di don Carlo.

Fu quasi un golpe: una volta alla riunione preliminare si presentarono soltanto in sedici , don Carlo aggiornò la seduta e chiese la disponibilità a mio padre e mio padre si presentò alla riunione con i suoi operai.

L’accordo fu questo: erano necessari ventiquattro incollatori che garantissero il trasporto della statua per tutto il percorso; a questi si potevano aggiungere, nei tratti più difficili coloro che pur avendo per diritto di famiglia il posto, non avevano i requisiti per operare per tutto il tragitto.

Il “Governo” ne sarebbe stato il coordinatore ed il responsabile.

Bisognava, ora, fare in modo che la festa religiosa di San Sisto fosse più sentita dalla popolazione.

Ci fu qualche cambiamento piuttosto marginale per quanto riguarda la “macchina” perché la popolazione era troppo affezionata alla sua statua e non avrebbe accettato cambiamenti sostanziali.

Ma, in fin dei conti, la statua non era che un saccone di paglia rivestito con paramenti pontificali lisi dal tempo, sul quale erano stati applicati la testa, le braccia e i piedi d’argento, disegnati e, forse, cesellati, a suo tempo, 1584, dal vescovo Ignazio Danti.

La vera sostanza della statua erano, quindi, le parti d’argento e i paramenti pontificali.

Salvati questi, si poteva procedere alla creazione di una vera statua.

Fu così che don Carlo e mio padre iniziarono una serie di sondaggi presso gli scultori per la sua realizzazione.

Alla fine si optò per gli artigiani della Val Gardena.

Ed ecco la statua: era 1959.



E’ passato il tempo e sono passate le processioni!



E c’erano le “zitelle” velate e dal loro numero si traevano gli auspici del raccolto c’erano canonici con la cappa di ermellino e frati e suore, seminaristi e fraticelli e c’erano le orfanelle e gli orfanelli.

C’erano e sempre più pochi.

Da allora si sono succedute generazioni di incollatori sempre più numerose e c’era il “Governo” che li guidava e poi c’è stato Vittorio e poi Armando e Luca.

E’ tornato l’orgoglio di appartenere ad un sodalizio che si riunisce una volta l’anno per la sua processione e ritempra, al ritorno, le fatiche del percorso con il rinfresco consumato alla svelta per il pranzo della festa in famiglia con il pensiero rivolto al prossimo anno.

Sono impiegati, professionisti, insegnanti e operai; c’è anche un onorevole deputato.

Sono la nostra gente, siamo noi che palpitiamo per il loro difficoltoso andare e la loro fatica, siamo noi turbati dallo sguardo severo del nostro Protettore San Sisto, ogni volta, ogni anno.

E ci sono ancora il gonfalone del comune di Alatri e le bandiere dei rioni e ci sono tutte le confraternite della diocesi con gli stendardi e le divise e ci sono i gonfaloni delle città vicine ed i sindaci con la fascia tricolore e ci sono le bande e i mortaretti che scoppiano per ogni parrocchia attraversata e ci sono gli “acclamatores”:

EVVIVA SAN SISTO



Amilcare





P.S. quest'anno (26.03.08 ) a causa del maltempo, la processione è stata annullata e rinviata a domenica 6 aprile (bacio del piede).



...è proprio vero:"Si n'esc' Crist' n' n'esc' San Sist"

[Francesco]

Come già anticipato, la processione del Santo Patrono si è regolarmente svolta oggi 6 aprile 2008.

Un fatto davvero eccezionale quello di rimandare la processione, accaduto soltanto in rarissime occasioni...



Saluti,

Francesco

[Francesco]

[Joe]

Ora abbiamo anche un veggente amministratore.



Altrimenti come si spiega che è riuscito a pubblicare le foto della processione di S. Sisto alle 11:49 , quando la stessa è uscita dalla chiesa circa alle 12:10



San Sisto a fatt i miraaacuul

[Francesco]

...Ciao Joe,



Non ho doti divinatorie, purtroppo...

Anzi...



Il tuo intervento però mi ha fatto ricordare di impostare il fuso orario corretto!!!



Per chi volesse aggiornarlo imposti "GMT + 2 ore" nel proprio Profilo.



Saluti,

Francesco