Forum dei "Monti Ernici"

[Amilcare]

Da quanto ho potuto constatare a proposito della VIA BENEDICTI:
Mentre sono segnalati e proposti itinerari che non hanno niente a che fare con la via percorsa dal Santo nel suo spostamento da Subiaco a Cassino, sono completamente ignorati percorsi che la tradizione popolare e, soprattutto, quella storica indicano come sicuramente usati dal Santo.
Parlo, tanto per cominciare, del tratto che va dal ponte che prende il nome dalla CATTEDRALE DI SAN TEODORO a Guarcino.
E' un tratto della TIBURTNA SUBLACENSE che da Trevi nel Lazio, più esattamente da TREBA AUGUSTA si congiungeva, ad Alatri, alla vecchia PEDEMONTANA che collegava, prima della LATINA, le città erniche al sud d'Italia.

Amilcare

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[Amilcare]

L'odierna Trevi nel Lazio, è l'erede dell'antica TREBA AUGUSTA che al tempo, si sviluppava sulla riva destra del sottostante Aniene.
Che fosse una città importante lo dimostra il fatto che divenne una delle prime sedi vescovili.
Secondo una antica tradizione, nella sua cattedrale, Benedetto e i suoi monaci avevano frequenti contatti con i trebani e in questa cattedrale fece tappa, una delle prime, nel suo viaggio verso Cassino.
La cattedrale era dedicata a San Teodoro e da questo il nome del ponte romano che attraversa l'Aniene.

Nessun VIA BENEDICTI e nessuna memoria nei pressi del ponte o nelle strade adiacenti.

Eppure: Era questa l'unica strada, la TIBURTINA SUBLACENSE che collegava la valle dell'Aniene alle valli del Cosa, del Sacco e del Liri dove molte sono le testimonianze del passaggio di San Benedetto.

Amilcare

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[Francesco]

Molto interessante !
Seguiamo attentamente...

Saluti,
Francesco

[Amilcare]

Passato Ponte San Teodoro,

Subito dopo a destra, la strada apre un varco nel bosco: penombra e raggi di sole.
Le chiazze di luce che ravvivano il colore dei fiori della buona stagione,
il fruscio delle foglie dell'autunno, le orme nella neve; da sempre e noi stiamo andando.
Andiamo per l'erta così come sono andati prima di noi altri, per secoli e calpestiamo i basoli sconnessi calpestati dalle ultime fino alla Portella: un arco, sedili di pietra e una madonna "LA MADONNA DEL RIPOSO", i cardini di ferro.
Era questo il baluardo che frenava briganti e soldataglia e da qui la campanella di MALEMITTO dava ai pastori e ai contadini il tempo necessario per affrontare la situazione o per riparare tra e mura.
Era qui che gente come noi sedeva e sì incontrava e chi veniva portava novità già vecchie e chi andava anticipava o deludeva le aspettative.
Scendiamo.

Amilcare.

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[Amilcare]

Non c'è più il bosco e la strada taglia una costa assolata.
La taglia letteralmente e ce lo dicono le rocce scalpellate in perpendicolare, a monte e in orizzontale nel calpestato e ci racconta la sua storia,

La sede stradale è delimitata e retta da macere e roccia scalpellata, è la stessa da sempre e racconta la sua e le storie che si tramandavano.
In origine era pavimentata con grossi basoli ben connessi, è stata abbandonata, restaurata, abbandonata di nuovo tanto da diventare percorso e pascolo per capre, nella parte più in alta e pista per carrette e trattori, nella parte più bassa, abbandonata definitivamente; anche dalle capre.
Erano le capre che mantenevano viva la memoria; brucavano e il percorso era sgombro e netto.
Tutti i piani di calpestio che ne testimoniavano le alterne vicende erano ben evidenziati e nei tratti basolati scoprivi i solchi lasciati dal lungo passaggio dei carri dalle ruote cerchiate di ferro.
Anzi, no!
Sono i calchi delle ginocchia di San Domenico che interrompeva l'andare per pregare, inginocchiandosi e ci sono, vicine, le crocette scolpite dai fedeli che ce lo dicono.
Questo negli anni ottanta.

Nella primavera del '13 la sezione distaccata di Trevi dell'A.C. d''Italia, ha organizzato una riscoperta di questa strada:
Tutta la sede stradale di questo tratto è invasa da arbusti, tanto da rendere difficoltoso l'andare e quasi impossibile la visione dei tagli di roccia e delle tracce sui basoli.
E' addirittura difficile rintracciare la lapide che posta nelle vicinanze, indicava le orme di San Domenico e le crocette scolpite per devozione.

[Francesco]

Seguiamo, seguiamo....

Saluti
Francesco

[Amilcare]

Nel fondovalle (Capo d'acqua), l'antica carrozzabile si perde, ma ci sono tracce di un guado sorretto da megaliti in opera quadrata e un taglio di roccia che indica la mulattiera,
Forse la carrozzabile passava, poco più sopra, sul lungo muro in opera megalitica che altrimenti non avrebbe alcun senso e allora bisognerebbe seguire le sue tracce fino a trovare il ponte o i suoi ruderi.
Oltre il fosso, sulle pendici che portano all'Arco di Trevi, infatti ritroviamo, più esattamente riconosciamo, la strada fiancheggiata da fitte siepi che ne invadono anche il piano di calpestio e che, almeno quando è possibile vedere, sembra pavimentata a basoli.
Una ripida salita ci porta, finalmente, all'Arco di Trevi.

Tutto questo tratto di strada, dal Ponte di San Teodoro, all'Arco di Trevi, sebbene sia stato sicuramente percorso da San Benedetto e sia di indubbia importanza storico- archeologica è perfettamente ignorato dalla VIA BENEDICTI.

Amilcare

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[Francesco]

Ottimo!

Saluti,
Francesco

[Pappaulla]

Buon pomeriggio.
e pensare che nel tratto tra Subiaco e Cassino vi è Affile.
Riporto da Wikipedia:
"...All'età di 17 anni, insieme con la sua nutrice Cirilla, si ritirò nella valle dell'Aniene presso Eufide (l'attuale Affile), dove secondo la leggenda devozionale avrebbe compiuto il primo miracolo, riparando un vaglio rotto dalla stessa nutrice. Lasciò poi la nutrice e si avviò verso la valle di Subiaco, presso gli antichi resti di una villa neroniana..."

Bene! Questo miracolo avvenne secondo la tradizione, presso la piccola chiesetta di San Pietro, che ora si trova all'interno del vecchio cimitero di Affile.
La parte alta di Affile, compresa dove l area del vecchio cimitero (insomma tutta via monte Duomo), costituiva infatti quello che era l antico abitato romano, sino ad arrivare a Piazza san Sebastiano.
Tutto questo per dire che appunto la "tradizione" è stata interpretata a piacere.
Insomma il luogo dove è stato realizzato il primo miracolo di San Benedetto, non viene proprio menzionato !
Un aneddoto che ci racconto il sindaco di Affile durante una visita guidata al paese, narra di un pullman di turististi tedeschi di transito tra Subiaco e Cassino, deviano per Affile; si fermano sotto il cimitero perchè volevano di loro iniziativa visitare la chiesetta, dove avvenne il primo miracolo del Santo.

[Amilcare]

Ti ringrazio per la documentazione storica fornita, compresa quella dei pellegrini tedeschi che ancora si servono della VIA BENEDICTI, rispettando l'itinerario storico.

Altro sito storicamente accertato ma né menzionato, né ricordato si trova nei pressi di Torre Cajetani ed ho avuto la fortuna di ritrovarlo.
Penso di comunicarlo appena pronta la documentazione.

Amilcare

[Francesco]

Sempre più interessante !

Grazie ad entrambi!

Saluti,
Francesco

[Amilcare]

Nelle due raffigurazioni (tratte dall'opuscolo "La ciambella di San Benedetto di Torre Cajetani" edito a cura del "Comitato S. Benedetto":
- Nella prima di copertina: uno scorcio della chiesetta sorta sul luogo dove fece tappa San Benedetto.
- Nell'altra (quarta di copertina) i lecci eredi di quello che secondo quanto racconta Gregorio Magno, germogliò dal bastone poggiato a terra da San Benedetto.
La chiesetta con annesso convento è visibile, dalla Prenestina, a mezza costa della collina su cui sorge Torre Cajetani.

Da quanto mi risulta, Torre Cajetani sarebbe la sola località dove il passaggio di San Benedetto ha lasciato tracce nella tradizione popolare che è mantenuta viva da un comitato apposito. (Vedi ultimi righi nella quarta di copertina).

Lo stesso comitato ha realizzato un video che illustra la storia del convento e dei lecci e la festa della "Ciambella di San Benedetto". A questo link :http://www.perlawebtv.it/staging/get_rep_rub.php?ch=5&id=549

Amilcare

[Francesco]

Grazie per aver condiviso opuscolo e video!

Saluti,
Francesco

[Amilcare]

La tappa successiva sarebbe stata, secondo una antica tradizione locale, Guarcino dove, a ricordo, i guarcinesi avrebbero adattato a cappelletta una cantina nella quale sono presenti affreschi che ricordano l'evento.
Pregherei pertanto i soci dell'Archeoclub di Guarcino di confermare ed eventualmente di documentare.

Amilcare

[Francesco]

Aspettiamo conferme dagli amici di Guarcino ...

Saluti,
Francesco

[Amilcare]

Disgraziatamente la cappelletta è stata pesantemente ritoccata e non dà la più pallida idea del suo aspetto originale.