Inviato da: Luca Bellincioni il March 14, 2006 at 12:45:43:
Caro “Lupieorsi” sono contento che almeno tu
(assieme in precedenza a Francesco) abbia preso
parte positivamente al dibattito sul Parco degli
Ernici (anche se il tuo “quasi tutto” mi lascia
incuriosito). Certo la levata di scudi non c’è
stata. Ma questo era ampiamente prevedibile. Non
è ancora diffusa, in Ciociaria, l’idea che
l’ambiente (e tanto meno il paesaggio) vada
tutelato, e che tale tutela possa portare
vantaggi anche economici. Tutto ciò deriva, come
è noto, da precisi fattori storici, ossia le
incommensurabili difficoltà patite da queste
popolazioni nel dopoguerra, che sicuramente
ponevano in primo piano uno sviluppo di quantità
piuttosto che di qualità. Questo noi tutti lo
sappiamo e non potremo mai disconoscerlo. Tutti
noi conosciamo i patimenti dei nostri nonni e
padri, di genti che videro quasi tutti i loro
bei paesi massacrati o addirittura rasi al suolo
dai bombardamenti.
Ma ora i tempi sono cambiati. Il benessere
diffuso, o meglio il consumismo diffuso, spesso
veramente esagerato e squallido (si pensi alla
malattia del cellulare…), debbono portarci a
vedere le cose in maniera diversa e prendere in
considerazione una via di sviluppo che sia più
equilibrata e razionale e che tenga conto di più
fattori economici e sociali, che non sia
unidirezionale (e cioè, come avviene ora,
edilizia-industria-centri commerciali) ma che
tuteli anche gli interessi e le aspirazioni di
chi voglia lavorare in settori diversi ed eco-
sostenibili, come ad esempio l’agricoltura o il
turismo ambientale (con tutto l’indotto
connesso).
Sarà dura estirpare la mentalità
da “dopoguerra”, fatta di speculazione e
devastazione compiaciuta del territorio, anche
perché dallo Stato non sono mai arrivati aiuti
economici consistenti per avviare un serio
progetto di bonifica del territorio e del
paesaggio e di promozione del patrimonio
ambientale ciociaro (che, ancor oggi, definire
enorme è secondo me anche riduttivo). Si pensi
alle spese che sarebbero necessarie per
dislocare in siti più adeguati le antenne e i
ripetitori tuttora inseriti in contesti
paesistici importanti, al recupero dei borghi e
dei monumenti più belli, alla riforestazione, al
recupero dei fiumi della provincia, che spesso
dire degradati è dir poco (Liri, Sacco, Melfa)…
Che tristezza vedere il nostro Liri, un tempo
fiume magnifico e di commovente bellezza,
serpenteggiare nelle campagne con le acque
(marroni con le bolle) e le rive ricoperte da
tonnellate di immondizia di ogni tipo… e nel
silenzio di tutti, come se ciò fosse normale… I
giornali parlano di tutte le stupidaggini
possibili ed immaginabili e mai nessuno che alzi
una voce per dire che tale scempio deve essere
eliminato.
E questa è colpa in primis delle amministrazioni
locali, che nei loro programmi, invece di
proporre interventi immediati di bonifica,
inseriscono anzi, sempre e comunque, progetti di
grandi opere a grande impatto ambientale, consci
di ricevere peraltro l’acclamazione beota da
parte delle popolazioni locali… Un
atteggiamento, questo, che definirei da “terzo
mondo” e non certo da “paese moderno e
democratico”. Quel che mi fa più rabbia è che
noi ambientalisti ed escursionisti (magari
precari, come il sottoscritto) dobbiamo
occuparci di questioni che invece spetterebbero
alle amministrazioni comunali, provinciali e
regionali… Ci sono uffici preposti a questo
(ambiente, cultura, sport, turismo e tempo
libero) con impiegati che a fine mese vengono
pagati con uno stipendio sostanzioso… E per fare
cosa? E’ democrazia un sistema politico in cui i
cittadini non hanno mai voce in capitolo sulle
cose concrete, bensì debbono sempre subire in
silenzio o urlare nel deserto (come il
sottoscritto)… Oppure si tratta di una nuova
forma, subdola, di tirannide?
Ci troviamo di fronte, insomma, ad un problema
innanzitutto culturale e sociale, dunque.
Auspico perciò che almeno tra i più giovani
possa svilupparsi una sensibilità diversa nei
prossimi anni. Anche perché, nella fase di
deindustrializzazione che sta attraversando il
Paese, puntare sulla devastazione definitiva del
territorio potrebbe rivelarsi un cattivissimo
investimento: sempre più, infatti, prenderanno
valore le zone e i luoghi e rimaste più integri
ed ospitali (come sta avvenendo in molte parti
della Toscana, dell’Umbria, e dello stesso Alto
Lazio) con grande soddisfazione, felicità e
ricchezza per quelli che lì vivono e vivranno…
Perché un luogo integro non è soltanto indice di
natura in ottime condizioni (argomento che ai
materialisti potrebbe anche non interessare),
bensì rappresenta un’occasione per lo sviluppo
di tutte quelle attività economiche connesse
all’ambiente sano, come l’agricoltura,
l’allevamento, il turismo ambientale e
culturale, l’artigianato tradizionale ed
artistico, l’eno-gastronomia, ecc… Non credo che
in un ambiente dominato da fabbriche, periferie,
quartieri residenziali, centri commerciali,
campagne e fiumi inquinati si possano produrre
cibi sani e prodotti competitivi…
Un primo passo importante sarebbe perlomeno
quello di tutelare, sottoforma, a seconda dei
casi, di monumenti naturali, riserve, parchi o
aree wilderness, tutte le aree e tutti i siti
rimasti integri o quasi della Ciociaria. Io ho
tentato una prima e sommaria elencazione con il
mio pur breve dossier sulle “aree del Lazio
ancora in attesa di tutela”, che ha carattere
più divulgativo che scientifico, e che non ha
trovato purtroppo alcun riscontro a livello di
interesse. Ma le località che andrebbero
tutelate sono sicuramente molte di più. E
tornando agli Ernici, qui si tratta
assolutamente di una priorità! Perché al momento
dell’avvio del sistema dei parchi del Lazio
furono scandalosamente lasciati fuori (assieme,
ricordiamolo, ai Lepini e alla Tolfa)? Non è mai
stata fatta chiarezza sull’argomento… Riguardo
poi ai cacciatori, che un amico del forum
afferma di deprecare, io personalmente (e
nonostante il mio orrore per la caccia, che al
giorno d’oggi ritengo ridicola e deleteria),
sarei anche pronto a trattare, pur di migliorare
la situazione. E’ avvenuto con successo in
Toscana, ove altrimenti molti parchi non
sarebbero mai stati istituiti, vista la
diffusione culturale della caccia in quelle
zone. Il problema è i cacciatori di qui non
vogliano neanche trattare… Sono davvero
ignoranti ed arroganti.
Un saluto a tutti!
Luca Bellincioni