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Non riguarda direttamente i Monti Ernici ma.......

 
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marcospada
Amico della Montagna
Amico della Montagna


Registrato: 10/09/12 11:36
Messaggi: 32

MessaggioInviato: Dom Gen 13, 2013 5:39 pm    Oggetto: Non riguarda direttamente i Monti Ernici ma....... Condividi su Facebook Rispondi citando

(ho anche scritto sia alla direzione del PNALM che al sito Life Coornata per sapere se ne erano a conoscenza.

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Salve, ho letto questa notizia sul sito di Geapress:

http://www.geapress.org/ambiente/camoscio-dabruzzo-rarissimo-e-superprotetto-ancora-per-poco/38564

che riporto:

Camoscio d’Abruzzo – rarissimo e superprotetto, ancora per poco
La Danimarca, a nome dei paesi UE, propone alla Convenzione di Washington di declassarlo.
di redazione | 10 gennaio 2013
GEAPRESS – L’incremento annuo delle piccole popolazioni di Camoscio d’Abruzzo (nella foto del Parco Nazionale della Majella) , che da qualche anno si registra in Italia, è dovuto al fatto che il raro animale è superprotetto. Un paio di migliaia, distribuiti però in più areali separati fra loro. Una situazione, dunque, molto delicata.

Un “gioiello” della natura, visto che la rara sottospecie non si rinviene in nessuna altra parte del mondo, se non in Italia. Per questo la Convenzione di Washington sul commercio di specie rare e minacciate di estinzione, la considera nell’Appendice I, ovvero quella con il massimo grado di protezione. Nessun abbattimento o comunque commercio per specie rare. Ancora per poco, però.

Ai lavori della Convenzione, fissati a Bangkok dal 3 al 14 marzo 2013, apparirà infatti una proposta di risoluzione della Danimarca, presentata a nome di tutti i paesi UE. Pertanto, anche dall’Italia.

Secondo i funzionari redattori, in Italia la specie non è cacciabile e pertanto non correrebbe rischi. Un fatto che però stride con la situazione disastrosa del bracconaggio nel nostro paese. Ad ogni modo, ai proponenti, non risultano casi di bracconaggio ai danni di questo raro animale. Tra l’altro l’essere “sottospecie” e non “specie”, parrebbe non allinearsi con i criteri valutativi della Convenzione.

Da qui la trovata. Declassare il raro Camoscio d’Abruzzo, dall’Appendice I all’Appendice II. Cosa significherebbe tutto ciò? In linea teorica (protezione nazionale a parte) il Camoscio d’Abruzzo potrebbe essere inserito all’interno di quote di commercio. E’ il caso, ad esempio, dei trofei. Difficile che questo comunque possa avvenire, almeno finchè la legge nazionale (157/92) lo protegge pur nelle more dei deboli reati venatori. Quello che cambierebbe subito è invece la previsione di sanzione pecuniaria nel caso in cui un bracconiere, o comunque un trafficante, venisse trovato con un trofeo di Camoscio d’Abruzzo. Sebbene i reati previsti in Italia per la violazione della Convenzione di Washington siano di natura contravvenzionale, le pene pecuniarie dell’ammenda sono di gran lunga superiori a quelle della sola legge sulla caccia. Una differenza non da poco, pertanto.

Viene però da chiedersi chi sono i funzionari italiani, verosimilmente del Ministero dell’Ambiente, che hanno sostenuto questa proposta. Sebbene presentata dalla Danimarca (chissà perchè) è comunque condivisa da tutti i paesi europei. Italia compresa, dunque. Anzi è molto probabile che il parere del nostro paese sia stato quantomeno di rilievo.

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Volevo chiedere se ne siete a conoscenza e soprattutto se sia il caso di farsi sentire prima che la politica faccia passi che definire “strani” e’ poco!

Ringrazio per la cortese attenzione de invio distinti saluti.

Arch. Marco Spada – Roma.
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marcospada
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MessaggioInviato: Lun Gen 14, 2013 11:39 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Riporto la risposta del servizio scientifico del PNALM:

Gent.mo arch. Spada
siamo senz’altro al corrente della proposta della CE per lo spostamento del Camoscio appenninico dall’Appendice I all’Appendice II della CITES. Tale proposta è ovvia conseguenza del declassamento della specie da categoria Endangered a Vulnerable. Tale declassamento ha sicuramente alle spalle un fatto estremamente positivo: grazie alle operazioni di reintroduzione/introduzione di Majella e Gran sasso la specie oggi conta un numero alto di effettivi e dunque, in riconoscimento di questo, l’IUCN la definisce oggi solamente vulnerabile. Ciò premesso abbiamo ricevuto dalla CE la proposta di spostamento da app.I a app.II per una nostra revisione e per eventuali commenti. Tenuto conto che la specie è protetta non solo ai sensi della legge sulla caccia ma anche dalla Convenzione di Berna e dalla direttiva Habitat e conseguentemente dal DPR 357 non ci sono motivi ostativi allo spostamento. Nel rivedere la proposta abbiamo comunque fatto presente che il bel trofeo del Camoscio potrebbe potenzialmente aprire nuovi scenari (bracconaggio per commercio illegale di trofei) e quindi abbiamo chiesto che lo spostamento fosse accompagnato da un attento monitoraggio della situazione e da una verifica nell’arco di un triennio con possibile revisione di tale decisione. Quindi formalmente la decisione è ineccepibile e logica visto il modificato status della popolazione. Quello che vogliamo è che la CE monitori attentamente quanto accadrà.
Va comunque precisato, a parziale rettifica di quanto detto nell’articolo, che la proposta di spostamento non parte da un funzionario del Ministero ma dalla commissione CITES italiana tra i cui membri c’è anche il WWF Italia e quindi anche le associazioni ambientaliste sono d’accordo con tale proposta.
Cordiali saluti
Cinzia Sulli

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Francesco
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MessaggioInviato: Lun Gen 14, 2013 7:54 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

....Commovente constatare con quanta solerzia la commissione CITES italiana si sia data da fare per declassare lo status di protezione del Camoscio appenninico...
Certo, è vero, in Italia non c'era davvero null'altro da fare, null'altro di prioritario per quella commissione che affrontare il problema del camoscio..
Che encomiabile iniziativa... i miei più sinceri complimenti!!!!

Sempre più sconfortati saluti....
Francesco

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