Forum dei "Monti Ernici"

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Autore Messaggio
Pappaulla
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Registrato: 02/02/15 13:15
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MessaggioInviato: Gio Feb 18, 2021 5:23 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Quanto mi piace leggervi! Vi leggo e la mia mente, attraversa boschi e sentieri, approda a radure e sorgenti, ogni roccia o muretto prende forma davanti ai miei occhi!
Caramente, Massimo.

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Massimo

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Pappaulla
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MessaggioInviato: Ven Feb 19, 2021 11:47 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Salve vi posto un link

http://www.associazioneadop.it/Cenni%20storici%20su%20Trevi%20nel%20Lazio.pdf

Nella sezione arco di trevi c è una foto di un acquedotto scavato nella roccia presso la località Peschi Gobetta.
Cortesemente, sapreste indicarmi dove si trova questa località con un po’ di precisione? Io intanto controllo se la trovo sulla mappa topografica.
Grazie mille 🙏

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Massimo

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Pappaulla
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MessaggioInviato: Sab Feb 20, 2021 7:31 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Oggi agli Altipiani ho chiesto a dei Trebani. I peschi gobetta dovrebbero trovarsi sul lato destro lungo il sentiero che da Santa Maria della Portella va verso l Arco di Trevi. Precisamente arrivati a Capo d acqua sulla destra. Purtroppo sulla topografica che non ho trovato nulla, ma credo che possa coincidere con le aree riportate come Quagliarone, colle Faggio o Giungoli.
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Massimo

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Francesco
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MessaggioInviato: Mar Feb 23, 2021 5:09 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Massimo Very Happy

Mi dispiace, non posso aiutarti, non conosco la località di cui chiedi...
Una foto compatibile con quella dell'opuscolo che hai linkato, ad ogni buon conto, mi sembra di averla vista da papà. Spero che lui o il nostro trebano Franco Nardi siano in grado di darti indicazioni utili.

A proposito di opuscolo: molto interessante! grazie per la segnalazione, l'ho letto con vero interesse Very Happy

Saluti
Francesco

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"Quando un ago di pino cade nella foresta, l'aquila lo vede, il cervo lo sente e l'orso lo annusa"
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Pappaulla
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MessaggioInviato: Ven Feb 26, 2021 12:20 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Grazie Francesco ! 😉
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Massimo

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Amilcare
Aquila Reale
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MessaggioInviato: Dom Feb 28, 2021 8:10 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Gli antichi acquedotti del bacino dell’Aniene e del Cosa.
Già da 270 a.C., i romani cominciarono a captare le acque dell’Aniene con l’acquedotto dell’Anius Vetus e da allora c’è stato un susseguirsi di captazioni per il rifornimento idrico di Roma e sopratutto delle numerose ville che sorgevano nei bacini dell’Aniene, tra gli Ernici e i Simbruini e del Cosa sulle falde meridionali degli Ernici.
La maggior parte di questi acquedotti portava l’acqua a pelo scelta che, per la leggerissima pendenza richiesta e l’alta quota delle sorgenti, comportava percorsi lunghissimi o tecniche d’avanguardia per il rifornimento delle città del bacino del Cosa e della Valle del Sacco che erano situate sulle alture. Per questo motivo, nel primo caso, il percorso non poteva subire mutamenti nel tracciato e la messa in opera esigeva tagli di roccia perfino in galleria, costruzione di murature per ovviare alle forti pendenze della china e di archi per livellare gli avvallamenti; nel secondo l’uso di pompe (Anagni) o condotte forzate (Alatri). In tutti e due i casi, era necessaria la costruzione di vasche per permettere il depositarsi delle impurità ed infine per immagazzinare l’’acqua ed averla sempre a disposizione.
Tra questi acquedotti i più noti sarebbero quello della Villa di Traiano, sugli Altipiani di Arcinazzo e quello di Betilieno Varo, per Alatri.
Per quanto riguarda l’Acquedotto di Traiano, si può ipotizzare che parta da Capo Cosa dove, alla fine del sentiero che parte dal tornante delle Roccelle, sulla riva destra, ne ho trovato tracce consistenti e, seguendo la curva di livello, ne ho riconosciuto e fotografato il canale scavato nel terreno e nella roccia.
Se ne trovano ancora tracce e queste veramente interessantissime e facilmente raggiungibili, al di sotto delle Campora, sulla via per Campocatino, nel tornante, dove si trovano i cedri, sulla destra salendo, di fianco alla cabina, comincia il sentiero che ricalca il tracciato dell’acquedotto. Per ora non ne parlo per non rovinare il piacere della sorpresa a chi volesse andare, è però, necessario per saperne di più, ricordare che dove il sentiero si perde oltre il gomito, proprio al centro di questo, nel canale scavato nella roccia, si trova una strana incavatura che ha la forma di una orma umana: “Il Piede di Nerone! Il genius loci che, dall’Arco di Trevi, a tutte le emergenze naturali o archeologiche della zona è sulla bocca dei pastori e che, a qualche metro prima, si trova una grotticella che la tradizione vuole sia stata abitata dal “Roscio”, un eremita che l’aveva scelta come dimora.
Altre tracce, ma queste difficoltose da raggiungere e riconoscibili soltanto per brevi tratti, si trovano, a cominciare dalla Cimetta, sul versante dell’Aniene e sono tali da riassumere tutte le tipologie necessarie per costruire un acquedotto sui fianchi scoscesi di una montagna.
Finalmente, sulla base del toponimo, l’”Anfiteatro”, di alcune testimonanze e, soprattutto per aver riconosciuto in alcuni monoliti a forma troncopiramidale, che si trovavano sul posto, i conci per la costruzione degli archi e di altri sicuramente residui di un’opera quadrata per l’arcata che, con un’ampia curva delimitava un prato, da questo il toponimo e attraversato l’avvallamento, raggiungeva l’altura di fronte, abbiamo ritrovato l’acquedotto che portava l’acqua alla Villa.
E’ una bella passeggiata nel verde dei prati, al principio e poi sulla costa di Monte Altuino dove, senza difficoltà, si riconoscono le rocce tagliate per la canalizzazione, fino a raggiungere la grandissima cisterna dalla quale si abbraccia tutta la zona dei ruderi e del museo e che con i bolli sui mattoni racconta la sua storia.

Amilcare (Segue: l’acquedotto di Alatri)
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