Forum dei "Monti Ernici"

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Così vicini, così lontani ...
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Francesco
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MessaggioInviato: Gio Ott 22, 2020 6:08 pm    Oggetto: Così vicini, così lontani ... Condividi su Facebook Rispondi citando

Eh si... a dispetto di un'effettiva distanza in linea d'aria veramente trascurabile, non si può certamente non osservare quanto invece siano distanti la Valle Roveto ed il frusinate...
E non solo a livello di collegamenti...

Nella foto che segue, ben si apprezza questo... ossimoro orografico!

Monte Prato (in primo piano) ed il borgo di Rendinara (frazione di Morino), il centro abitato più a ridosso degli Ernici, sono talmente vicini che sembrano coesistere in simbiosi...

Per dare un'idea di dove si trovi Monte Prato (e quindi Rendinara), consiglio di riguardare una delle ultime foto pubblicate (Pratelle), con un'inquadratura molto più familiare per gli abitanti del versante laziale degli ernici...

A seguire, oltre alla Val Roveto e trascurando il gruppo del Velino e quello del Sirente sullo sfondo, la bella cresta, da sinista a destra, Peschio delle Ciavole - Monte Crepacuore - Monte Viglio...

Saluti
Francesco



p monte prato e rendinara IMG_7622 W.jpg
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p monte prato e rendinara IMG_7622 W.jpg



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"Quando un ago di pino cade nella foresta, l'aquila lo vede, il cervo lo sente e l'orso lo annusa"
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L'ultima modifica di Francesco il Lun Ott 26, 2020 7:21 pm, modificato 1 volta
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MessaggioInviato: Sab Ott 24, 2020 10:48 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Questa e quella successiva del Vallone del Rio, mi danno lo spunto per ricordare che il "Così vicini, così lontani" di Francesco è una realtà scaturita da eventi storici relativamente recenti.
Ci sono, per dimostrarlo, i toponimi specifici e le opere che ricordano e testimoniano gli antichi percorsi, spesso diventati vere e proprie strade importanti già in epoca ernica e che sono la caratteristica dei nostri Monti Ernici.
Tra i toponimi: Vado di Porca, Monte Passeggio e Vado di Rocca; tra le opere: i ponti, le strade e i tagli per aprire i varchi.
Prima, però, di entrare nello specifico, bisogna ricordare quali siano stati motivi che hanno dato origine ai percorsi e perché siano diventati strade.
Ho già scritto che i percorsi delle transumanze dal bacino del Fucino e dall'alta Val Roveto, per le Paludi Pontine e l'Agro Romano, interessavano tutti i valichi dei Monti Ernici e che molti storici asseriscono che il popolo ernico sia arrivato dalla Marsica,
Per quanto riguarda l'epoca storica, ho letto che Morino e Rendinara facevano parte della diocesi di Alatri e sarebbe tutto da dimostrare; ma è evidente che i manufatti che facilitavano gli antichi percorsi delle transumanze hanno lasciato tracce importanti ed evidentissime e che, fino al 1870, erano ancora frequentati da briganti e contrabbandieri.
Ora, mettendo insieme le mie conoscenze e i vostri necessari interventi si potrebbe avere un quadro completo della viabilità delle nostre zone.
La zona interessata abbraccerebbe gli Ernici dallo Scalambra a Monte Passeggio.
Il prossimo percorso: SERRA SANT'ANTONIO-SERRONE E PIGLIO.

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Francesco
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MessaggioInviato: Sab Ott 24, 2020 5:42 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Curiosissimo di leggere il seguito! Very Happy
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MessaggioInviato: Lun Ott 26, 2020 7:14 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Serra Sant'Antonio è il toponimo della zona spartiacque tra il versante abruzzese e quello laziale e già in antico era attraversata da una strada che collegava le zone dei due versanti.
Prende il nome da un probabile convento con annessa chiesa, dalla quale è tradizione provenga la statua che si venera nella chiesa di San Nicola a Filettino, e del quale posso dire soltanto che, intorno al 2010, per iniziativa del socio Nardi Franco, di Trevi nel Lazio, la sezione dell' Archeoclub d'Italia di Alatri ne ha intrapreso la ricerca e ne ha trovato i consistenti ruderi che si trovano a qualche decina di metri al di sotto dell'incrocio tra la strada e la mulattiera per la Moscosa.
Per quanto riguarda l'antica strada che collegava la Marsica alla valle del Cosa, considerando il fatto che neile immediate vicinanze dei ruderi non si trovano tracce di strade, si può supporre che questa, se ne vedono le tracce a pochi metri dal bivio, a destra, proseguisse con l'attuale mulattiera fino al fontanile al di sotto del quale se ne vedono ancora.
Da questo punto è difficile stabilire il percorso e il tracciato che andrebbe ricercato tra il groviglio di mulattiere che collegavano le varie località di Filettino e, da Filettino, la città degli Equi sede dell'attuale Trevi e Treba Augusta, nel fondovalle.
Che le due località, la città degli Equi e la Treba Augusta, siano state due realtà distinte me lo fa pensare il fatto che, poco al di sotto dell'attuale centro urbano, in località Caraccio, si trovano spezzoni di mura poligonali cha parallele sostengono, a valle, un terrapieno e, a monte, contengono la scarpata, in funzione di una strada che avrebbe collegato tra loro le varie città degli Equi, segnalate dai ruderi dei vari "castelli", esistenti in quota.
Nel fondovalle, la strada raggiungeva la romana Treba Augusta ed il ponte di San Teodoro.
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L'ultima modifica di Amilcare il Ven Nov 06, 2020 5:56 pm, modificato 2 volte
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MessaggioInviato: Mar Ott 27, 2020 7:16 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Sempre più interessante...
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MessaggioInviato: Sab Ott 31, 2020 5:25 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ed eccoci al punto: il
"Così vicini, così lontani", nel caso che riguarda gli abitati dei due versanti, Filettino (FR) e Canistro (AQ), non è soltanto un ossimoro, ma un vero e proprio paradosso.
Infatti i due paesi che, in linea d'aria, sono i più vicini, distano tra loro Km 8.1, sono quelli che, seguendo il percorso stradale attualmente disponibile, Filettino-Alatri superstrada -Sora-Canistro per Km 152 circa, sono quelli più lontani tra loro.
Ci sarebbe, in verità, una strada che congiungerebbe i due paesi direttamente, per una distanza di circa Km 36; ma, forse perché è stata voluta dal maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani, cittadino di Filettino, durante il regime fascista, si trova nell'abbandono più assoluto e non è soltanto pericoloso percorrerla, ma impossibile e spero che qualcuno possa smentirmi.
Prima di questa c'era la strada antica che, tenendo presente l'orografia e la tecnica di costruzione del tempo, poteva essere lunga una ventina di chilometri ed era tanto frequentata da renderne necessaria una più aderente ai bisogni del traffico motorizzato.
Posso dire di questa strada, quella antica, perché, nel 1946, in occasione di un campeggio Boy scout, alla Moscosa, l'ho vista e percorsa per un piccolo tratto, incuriosito perché, mentre scaricavamo i bagagli, all'incrocio per la mulattiera ben visibile poco più avanti, ne era salito un pastore con il suo gregge, accompagnato da un signore che veniva da Canistro.
Questo era diventato un assiduo frequentatore dei pascoli intorno al campeggio e spesso si intratteneva e ci raccontava di briganti, di tesori sepolti e di diavoli che facevano crollare le pareti dello scavo seppellendo il malcapitato che aveva osato disturbare l'anima del brigante seppellito a guardia del tesoro.
Ricordo, come se lo vedessi adesso, che una volta, arrivato sulla mulattiera, fece un salto, si girò e "Zicchete t'ho fregato" gridò al suo immaginario inseguitore e ci spiegò che, passato il confine, il brigante inseguito, non poteva più essere arrestato dai gendarmi del Regno.
Avevo 13 anni.

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L'ultima modifica di Amilcare il Ven Nov 06, 2020 6:02 pm, modificato 1 volta
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MessaggioInviato: Sab Ott 31, 2020 7:03 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Sorprendenti queste interessantissime notizie condite con i ricordi di un tredicenne nel 1946! Shocked Very Happy
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MessaggioInviato: Lun Nov 02, 2020 10:29 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Very Happy
Che meravigliosa testimonianza Amilcare... In particolare quest'ultima ... Affascinante sentire le parole dirette di chi queste cose le ha vissute davvero... Grazie di cuore! Wink

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kate

"Sulle montagne sentiamo la gioia di vivere,
la commozione di sentirsi buoni e
il sollievo di dimenticare le cose terrene;
tutto questo perche' siamo piu' vicini al cielo"


Emilio Comici - 1901-1940
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MessaggioInviato: Mar Nov 03, 2020 7:53 pm    Oggetto: Da Ponte San Teodoro a Capo d'Acqua Condividi su Facebook Rispondi citando

Arrivati al PONTE SAN TEODORO, la strada si biforca:
Sulla riva destra, proseguendo, la strada segue l'Aniene fino all'incrocio con il Simbrivio.
Passato il ponte e proseguendo verso destra, si percorre l'antica VIA ROMANA che sale fino alla Portella per poi scendere a Capo d'Acqua, attraversando tutto Monte Malemitto.
MALEMITTO! Già il nome evoca i tragici eventi che hanno reso essenziale
LA PORTELLA, testimone di antiche scorribande dimenticate, annunciate dal suono della campana.
Non c'è più l'antica icona che riproduceva la MADONNA DEL RIPOSO, quando ancora la campana chiamava per il pellegrinaggio, ma ci sono ancora i sedili di pietra che accoglievano, alla fine dell'erta, quelli che andavano e quelli che tornavano e c'è una Madonna di terracotta che è rimasta sola.
E non c'è più la strada, ma un groviglio di arbusti che nascondono le antiche pietre (BASOLI) segnate dalle ruote di carri che per secoli le hanno solcate.
Nascondono perfino la lapide che ricorda la tradizione per la quale i solchi lasciati dalle ruote sarebbero state le IMPRONTE delle GINOCCHIA DI SAN DOMENICO in preghiera e per questo, oggetto di venerazione.
Soltanto l'ultimo tratto è percorribile perché percorso da greggi e dai trattori che, se da una parte ridanno alla strada la sua funzione, dall'altra, sconvolgendo la pavimentazione, la hanno snaturata.

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MessaggioInviato: Mer Nov 04, 2020 9:31 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Seguo con sempre maggiore interesse...
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MessaggioInviato: Ven Nov 06, 2020 7:05 pm    Oggetto: Così vicini... Capo d'Acqua-Altipiani Condividi su Facebook Rispondi citando

A Capo d'Acqua sembra che la strada si perda: Il fontanile, le risorgenze, il ruscello e siepi ed escrementi; ma a monte, proprio al limite dell'acqua, una siepe nasconde una fila di megaliti: un guado?
Dall'altra parte, dalle opere per la captazione dell'acqua, parte una strada.
Non può essere la nostra, quella che in cima, passa sotto l'Arco.
Anche questa è abbandonata, ed è percorsa oramai soltanto dai pastori per l'abbeverata e si ricongiunge ad uno dei tornanti della strada attuale che da Trevi porta agli Altipiani e, dagli Altipiani soltanto strade che sembra non abbiano niente a che fare con gli antichi tragitti.
Ma se c'è la VILLA DI TRAIANO..
E' accertato che l'imperatore fece costruire o forse adattare, per il trasporto dei materiali, sul vecchio percorso delle transumanze, una strada che collegava la Valle dell'Aniene a quella del Sacco e c'è una strada, ancora percorribile che parte dalle vicinanze della torre che sovrasta SERRONE.
Questa è sicuramente antica e sicuramente, per secoli, molto frequentata.
L'ultima volta che l'ho percorsa era agibile fino ad un dosso da dove si lanciavano i deltaplanisti e che sia antica lo dimostra il fatto che lambisce una bellissima ed intatta costruzione altomedioevale, dedicata a SAN MICHELE ARCANGELO che sembra abbandonata e nessuno sa come si può visitare. Amilcare

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MessaggioInviato: Sab Nov 07, 2020 7:21 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Bene bene...
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MessaggioInviato: Sab Nov 14, 2020 6:21 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Amilcare, bello leggerti. Prendo appunti....
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Massimo

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MessaggioInviato: Lun Nov 16, 2020 10:18 am    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ti ringrazio per l'attenzione.
Auguri per le tue escursioni, Amilcare
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MessaggioInviato: Lun Nov 16, 2020 12:11 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Per quanto riguarda l'itinerario che riguarda il tema, la situazione, a Capodacqua è piuttosto complicata:
Venendo dalla Portella, l'ultimo tratto della discesa è troppo ripido e sul nostro versante, nelle immediate vicinanze, non ci sono tracce di strade e se si considera l'accuratezza riservata al tratto Ponte-Portella-basolato con tracce di usura provocate dalle ruote di carri, dovrebbero trovarsi almeno i ruderi degli antichi interventi; inoltre le testimonianze raccolte e le ricerche effettuate hanno dato risultati interessanti, ma non soddisfacenti per lo scopo.
Infatti:
-Subito prima della ripida discesa, proseguendo, si costeggia un tratto di MURO MEGALITICO che non ha riscontro nelle parti a valle e a monte, e la strada acciottolata riprende a salire. Interessanti i consistenti frammenti di CERAMICA ARCAICA che si trovano nei paraggi
- Al limite delle risorgive, a monte, la fila di MEGALITI IN OPERA QUADRATA, avrebbe dovuto essere molto alta per poter raccordare i due versanti o avrebbe dovuto reggere le strutture di un ponte; in tuti e due i casi, nei pressi delle due sponde, dovrebbero trovarsi, almeno, i presupposti che indichino una strada.

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MessaggioInviato: Ven Nov 20, 2020 5:54 pm    Oggetto: Da CAPODACQUA Condividi su Facebook Rispondi citando

Per avere informazioni più precise, ho contattato il socio A.C., Dr Franco Nardi di Trevi, che, a voce, mi ha dato informazioni essenziali sull'andamento della strada per l'Arco e che ho pregato di illustrarle personalmente.
Posso anticipare l'esistenza di una strada, sulla sinistra dell'Aniene, che parte da Filettino, arriva a Ponte Susillo e proseguendo, si ricongiunge a quella di Ponte San Teodoro. Interessante l'arco naturale che congiungerebbe le due rive.

Carissimi speranzosi saluti.
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MessaggioInviato: Sab Nov 21, 2020 5:54 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Caro Amilcare, ti ringrazio per le competenze che mi attribuisci, ma mi ritengo un semplice appassionato di storia e archeologia, attento a seguire le orme dei maestri, come te, Adriana, Rocco ed entusiasta di essere stato amico di gradi personaggi come Carlo Cristofanilli e l’ing. Giulio Cappa. Eccomi a ricordarti l’esplorazione di Schiavia, di cui allego due foto. Le pietre poligonali erano di sostruzione alla strada soprastante, ormai inesistente, posta al di sopra di quella attuale che porta da Ponte s. Teodoro all’arco di Trevi e quindi a Guarcino. Si snodava tutta in piano, e nella confluenza tra il fosso delle Case Arena e il fosso di Capodacqua, non scendeva alla sorgente ma proseguiva in un lungo giro per superare l’asperità di quella gola. Sulla piana del Campo, in località con toponimo fosso dell’Araro, si dirigeva, con ampia strada, in continua salita, verso l’Arco di Trevi. È questa la principale via di comunicazione che univa i trebani alle altre comunità vicine, appartenenti alla popolazione degli Ernici. I nostri anziani ancora ricordano l’ultimo postino, mastro Vincenzo Santini di Trevi a dorso di mulo, che trasportava la posta a Guarcino.
Per quanto riguarda invece il sentiero che dalla valle dell’Aniene, metteva in comunicazione gli Equi ed i Marsi, c’è un illuminante studio fatto dall’ing. Mario Della Valle, di Roma, ma cittadino trebano, ormai perenne, dall’atto del matrimonio con la maestra Maria David. Voglio solo renderti merito delle tue intuizioni e ricordi citando un breve passo che fa riferimento alla strada che da Moscosa, verso ovest, aggirava Monte Viglio e scendeva a valle, prendendo la valle Roveto a destra (quindi Sora e la regione dei Volsci) e Capistrello con la piana del Fucino a sinistra (quindi immettendosi nel territorio dei Marsi). Allego il testo dell’ing. Della Valle, apparso su Terra Nostra (anno XXI, mar.-apr. 1982).
Per quanto riguarda la storia della statua di s. Antonio, del trecento, che si trovava sopra l'omonima chiesa, nella Serra che ne ha preso il toponimo, in territorio di Filettino, debbo rettificare la successiva ricollocazione. Si trova nella ricostruita chiesa di S. Antonio nel paese Filettino, e precisamente sulla strada di scorciatoia, che da via Antonio Arquati si congiunge con la recente panoramica, e prima della confluenza si trova la chiesetta sempre dedicata a s. Antonio, da cui parte la processione della Confraternita di circa 500 confratelli vestiti per le vie del paese nell’ultima domenica di agosto.



Gruppo a Schiavia.jpg
 Description:
Ricognizione e disboscamento delle mura poligonali della località Schiavia (adiacente alla sorgente di Capodacqua) di Trevi nel Lazio ad opera della sezione Archeoclub di Alatri
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Ricognizione e disboscamento delle mura poligonali della località Schiavia (adiacente alla sorgente di Capodacqua) di Trevi nel Lazio ad opera della sezione Archeoclub di Alatri
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Studio del prof. Mario Della Valle sull'antica strada di comunicazione tra i popoli Equi e Marsi nella valle dell'Aniene
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Studio del prof. Mario Della Valle sull'antica strada di comunicazione tra i popoli Equi e Marsi nella valle dell'Aniene
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Studio del prof. Mario Della Valle sull'antica strada di comunicazione tra i popoli Equi e Marsi nella valle dell'Aniene
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MessaggioInviato: Sab Nov 21, 2020 8:07 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Ciao Franco, ben ritrovato Very Happy

Grazie per il tuo contributo!

Saluti
Francesco

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MessaggioInviato: Lun Nov 23, 2020 7:57 pm    Oggetto: Condividi su Facebook Rispondi citando

Foto inserite, Franco Very Happy

Grazie ancora...

Saluti
Francesco

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MessaggioInviato: Gio Nov 26, 2020 6:36 pm    Oggetto: TESTIMONIANZE Condividi su Facebook Rispondi citando

Grazie Franco! Hai offerto una valida testimonianza dei rapporti intercorsi tra i due versanti degli Ernici: le transumanze, i commerci, il brigantaggio e della situazione delle strade nei vari periodi.
A proposito di transumanze: Mi sembra di ricordare che a primavera, le compagnie dei compari di Rocca di Botte e a fine-estate dei compari di Trevi, si scambiano la visita nei rispettivi paesi. Lo ricordo perchè un anno fui presente all'incontro e che questo fu causa di attrito circa il luogo: Madonna del Riposo o Bivio per Filettino.
Ho saputo che è una tradizione seguita da tempo immemorabile e mi è stato naturale collegarla alle transumanze per le Paludi, a Primavera, e il ritorno, a fine estate.
Non ho saputo altro e penso sia importante una più precisa conoscenza, per avvalorare o smentire l' ipotesi e che solo tu puoi farlo.
Un caro saluto.
Amilcare
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