Come arrivare a Ponte dei Santi:
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Da Frosinone:
(Km: 31 ) S.S nr.155 direzione Fiuggi - bivio per
Collepardo - Certosa di Trisulti - Ponte dei Santi
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Da Fiuggi:
(Km. 31) S.S nr. 155 direzione Frosinone - bivio per
Collepardo - Certosa di Trisulti - Ponte dei Santi
Bella, pericolosa ma piacevole (soprattutto in estate!) passeggiata alla
sorgente più ricca di acqua dei Monti Ernici.
Luglio 2004, erano anni (forse 20!!!) che non vedevo così tanta acqua al
Ponte dei Santi. Da quando, insieme con Emanuele e Luca, nel mese di
settembre per poco non affogavo tra le strettissime gole appena più su della
strada. L'itinerario descritto di seguito e soprattutto la deviazione dal corso del
fiume indicata, si riferiscono all'eccezionale quantità d'acqua di quest'anno. Nei periodi "normali", soprattutto in estate, nel fiume, purtroppo, scorre poca acqua
(quando non è del tutto assente!!!) , per cui l'intera
escursione è percorribile "fiume-fiume". Consiglio vivamente, ad ogni buon conto, bastoncini metallici estensibili (ma va bene qualsiasi bastone ovviamente), scarpe adatte con suola anti
scivolo, qualche metro di corda e.... almeno un cambio!!! |
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Attraverso la scaletta a sinistra del cancello indicato nella
foto a lato inizia l'odierna passeggiata che
prosegue percorrendo l'evidente sentiero costeggiante sul lato destro il
torrente "Fiume". Preciso, in proposito, che nella
descrizione dell'itinerario, ove non diversamente precisato (ns. destra/ns.
sinistra) utilizzerò sempre destra e sinistra
orografica (rivolto nella
direzione di |
scorrimento del fiume). Al termine
di un brevissimo
"strappo" in salita, mantenendoci sulla
nostra destra ed
ignorando il sentiero
che invita a
proseguire dritti, in |
pochissimi minuti si attraversa il fiume sul passaggio artificiale indicato
nella foto a lato. Splendide felci troneggiano sulle pareti della
strettissima gola scavata dal fiume nel corso dei secoli tra gli
impressionanti crolli di materiale roccioso. Crolli che circa 10 anni
fa determinarono la scomparsa della cascata più bella di tutto
l'itinerario e forse dei Monti Ernici, al termine del sentierino
appena a sinistra della freccia sulla |
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foto. Non ho fotografie della cascata. Vi assicuro però che era veramente
spettacolare ed ogni volta che torno sul posto ripercorro volentieri quei
pochissimi metri cercando di ricordarla ed
immaginarla |
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Si prosegue ora per la brevissima salita al termine della quale, con molta
attenzione, sulla ns. sinistra è ancora ben visibile la cicatrice lasciata
dalla frana cancellacascata. Alla fine della discesa il sentiero
costeggia il corso del fiume lasciandoci l'opportunità di ammirare la serie
di cascate più bella dell'escursione. Qualche schizzo d'acqua sotto la vasca
in cemento ed eccoci al primo guado!!! (foto |
a sx - 10 min. dalla partenza). Dilemma: cercare un passaggio sui massi
qualche metro prima o attraversare direttamente in acqua
il fiume in un punto di minor corrente aiutandosi
magari con dei |
bastoncini? Non so quale risposta consigliarvi. Soprattutto in
considerazione dell'immediato guado successivo (appena un minuto dopo
- foto a lato) dove, in caso di acqua abbondante - come quest'anno ! - il
passaggio in acqua è obbligatorio. Attraversare il fiume, ad ogni buon
conto, è molto pericoloso. I sassi viscidi per il muschio e la forte
corrente renderanno ostico il
passaggio. |
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Sarà indispensabile cercare un punto di minor corrente ed aiutarsi con bastoncini per |
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l'equilibrio. Dopo aver guadato il fiume con tutte le precauzioni
necessarie, ci aspetta un altro passaggio impegnativo e pericoloso
(foto a lato) proprio all'altezza della bella cascata appena visibile nella foto
in alto. Non senza aver ammirato le spettacolari pareti
rocciose che rendono così stretta questa parte della gola cerchiamo sulla
parete stessa appigli sicuri e massi affioranti per
raggiungere il sentiero qualche metro più avanti
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Da tener presente l'alta pericolosità di una caduta in acqua in questo
punto proprio in considerazione dell'immediatezza della cascata.!!!
Raggiunto il sentiero,
proseguiamo tra i |
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massi crollati (in
un remoto passato) dalle pareti a strapiombo certi di aver ormai
superato le asperrità più difficili....Niente di più sbagliato!!! La
foto a lato indica, infatti, il punto
più pericoloso in assoluto dell'intero percorso.
(13 min. ca. dalla partenza) Normalmente, in caso di acqua poco abbondante
(come, ahimè, ormai da molti anni), si passa sotto il masso indicato
dalla freccia e si
raggiunge il |
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sentiero visibile in alto a sinistra sulla foto saltellando sui
massi affioranti o guadando il fiume un metro più avanti. Ovviamente
anche in questo caso va considerato l'alto rischio che comporterebbe una
caduta in acqua proprio in considerazione della cascata. In caso
di acqua abbondante come quest'anno E'
ASSOLUTAMENTE SCONSIGLIATO (ed a mio parere impossibile) EFFETTUARE
QUALSIASI TENTATIVO DI ATTRAVERSAMENTO
IN QUESTO
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PUNTO!!!.
Sfruttando proprio quei massi crollati
citati in precedenza, da quello appena prima la cascata, CON
MOLTA ATTENZIONE, si riesce a saltare sull'altra riva. Ovviamente
ognuno è libero di cercare il punto più opportuno
purchè, ripeto, si faccia molta
attenzione.
Si prosegue per il sentiero appena visibile inerpicandosi per la ripida
salita a ridosso dello sperone roccioso. Mantenendoci sempre a ridosso
dello sperone, in breve (poco più di 5 min) ma con molta fatica,
ne raggiungeremo il punto più alto. Un occhiata qua e la al panorama
poco più in sù e...subito per la ripidissima discesa verso il fiume
ignorando i vari sentieri a destra e a manca. Raggiunto il fiume nel
punto indicato nella foto, ancora una volta e con tutte le precauzioni già dette
dobbiamo attraversare
nuovamente il
corso d' acqua
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E' questo sicuramente il punto più bello di
tutta l'escursione e vale certamente la pena
tornare indietro di qualche decina di metri su quell'orrendo muro di cemento |
per ammirare lo spettacolo in prima fila!!!: Il torrente passa sotto un
arco naturale in pietra e salta con una cascata fragorosa in una
spendida pozza spumeggiante. (C.a 30 min. compresa la "deviazione"
dalla partenza). Ancora qualche metro indietro aggrappandosi al filo di
ferro piantato sulla parete sinistra per ammirare tanta meraviglia da
protagonisti.
Ebbene si, per poche decine
di
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metri che deviazione abbiamo dovuto fare!!! Sazi dello spettacolo
ed ormai certi che le difficoltà maggiori sono ormai
alle spalle, torniamo in dietro.
Superiamo quell' orrendo muro di
cemento |
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(al termine del quale
gorgoglia una sorgente - foto a sx) proseguendo sul comodo
sentiero sempre alla sinistra del fiume. Circa 15 minuti (dall'arco
in pietra) di percorrenza per passare agevolmente sul lato destro.
Ormai il torrente ha perso la tumultuosità fragorosa delle rapide
trasformandosi in un mite corso d'acqua calmo e silenzioso. Poco
meno di 10 minuti di cammino ed eccoci, finalmente
alle Sorgenti.
(foto in basso). |
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E' vero, può sembrare una delusione. La stessa delusione che provai da piccolo quando raggiunsi le
sorgenti per la prima volta. Le immaginavo come una fragorosa ed
enorme cascata!!! |
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Delusione svanita immediatamente alla vista dell'acqua
fuoriuscire "miracolosamente" dalle fessure nel terreno
su entrambi i lati del
fiume. Il punto indicato dalla freccia, in particolare, è interessato
dal maggior numero di fessure sorgive ed è veramente impressionante
vedere tanta acqua uscire dal terreno.! ! ! Il meritato riposo sarà
l'occasione per cercare altre sorgenti e per meditare sui
pericolosi guadi |
del fiume
effettuati!
Il ritorno è per lo stesso percorso.
Volendo, a poche centinaia di metri a monte, inizia la strada sterrata
che conduce a "Cerreto/F.na San Giovanni" e quindi a S. Nicola (meno di
2 ore).
Da considerare, inoltre, la vicinanza con il "cuore" della Valle
dell'Inferno, quel Rifugio "Pietra Acquara" raggiungibile in circa 1 ora
e mezza.
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Un po di Storia
Quello che vediamo oggi, un centinaio di metri a valle
di quello su cui si transita, mostra sulla chiave
dell’arco a valle la data della sua costruzione: 1862. Che ce ne sia
stato uno più antico lo dicono le leggende locali suffragate dai
documenti della Certosa di Trisulti che lo mettono in relazione ai due
monasteri fondati da San Domenico negli ultimi anni del primo millennio:
quello maschile di cui rimangono la chiesa e importanti ruderi a San
Domenico di Trisulti e quello femminile che si è conservato quasi
completamente ed è stato recentemente consolidato, a |
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San Nicola. I resti delle varie fasi sono ben leggibili e non si può escludere che le prime risalgano al
tempo degli antichi Ernici.
Due sono le ipotesi
circa l’origine del nome:
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La prima deriverebbe dal fatto che attraversa la Valle dei Santi. Nome
dato alla valle del Fiume, dalle “Donnera” a “San Giovanni”, perché le
sue numerose grotte erano abitate da eremiti e cenobiti come, per
esempio, l’eremo della Madonna delle Cese ed il monastero rupestre di
San Giovanni, i conventi di San Nicola, l’eremo ed il convento di San
Domenico e la Certosa di Trisulti.
L’altra dal fatto che, periodicamente, i frati di San Domenico e le
suore di San Nicola facevano capo ai due imbocchi del ponte per
partecipare agli esercizi spirituali predicati, da San Domenico e dagli
abati successivi, dal centro del ponte. Ho inteso raccontare che una volta il fragore della corrente non faceva udire
le parole del Santo e che, allora, il Santo
fece un cenno e le acque
si calmarono per
tutto il tempo della
predica.
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Al ponte facevano capo la strada che scendeva da Trisulti, tutta
riconoscibile, ma transitabile con difficoltà per le numerose frane e
la strada che sale dalle “Donnera”, tutta transitabile se il guado
è attraversabile. Quest'ultima è una diramazione dell'antica strada che
da Collepardo - le Donnera portava a San Nicola.
Sul lato opposto saliva la strada per San Nicola, difficile da cercare
ed individuare per le numerose manomissioni subite in seguito alla
costruzione della strada attuale.
"Un pò di
storia" a cura di
Amilcare Culicelli |
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Riferimenti cartografici:
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